Manifesto contro la discriminazione – Amnesty International

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati1».

Yves Ternon in Lo stato criminale. I genocidi del XX secolo fa un’analisi interessante sull’uso del linguaggio nel preparare i genocidi: separa prima e disumanizza poi le vittime, toglie loro la dignità di esseri umani e le relega in un universo subumano, pronte così a diventare bersagli. Per marchiare le future vittime si usano termini tratti dal mondo animale perché non sono più uomini (scarafaggi, topi, vipere, cani rognosi, ecc.) e vengono usate anche metafore che fanno riferimento alla malattia: queste persone diventano parassiti, bacilli o il cancro che infesta, perciò la loro eliminazione costituisce una operazione lecita e auspicabile (si estirpa un cancro, si guarisce la società dalla malattia ecc).

Basta dare un’occhiata ai giornali della propaganda nazista e fascista per rendersene conto. “È incontestabile che gli ebrei siano degli esseri umani […]; ma anche la pulce è un animale, per quanto sgradevole, ed è questo il motivo per cui gli uomini non proteggono, né ingrassano la pulce, ma cercano di renderla innocua2.

Anche se l’Olocausto è già avvenuto: “…il razzismo stesso è sopravvissuto e non è diminuito il numero di coloro che pensano secondo categorie razziali. Non vi è nulla di provvisorio nell’imperituro mondo degli stereotipi ed è questa l’eredità che il razzismo ha ovunque lasciato3.

Ancora oggi giornali, televisione e politici esercitano una forte influenza usando semplicemente la parola e il loro linguaggio è uno strumento che plasma i sentimenti e che agisce sulla percezione dell’opinione pubblica e dell’immaginario collettivo, crea timori e insicurezze, alimenta stereotipi e pregiudizi che preparano a rendere indifferenti al destino degli altri.

Per questo motivo non possiamo abbassare la guardia.

Quali sono gli antidoti? L’educazione è la chiave per prevenire e combattere gli stereotipi e i pregiudizi che sono spesso alla base degli episodi violenti e di discriminazione. Informarsi, leggere correttamente la realtà che ci circonda, lottare contro l’indifferenza, sviluppare l’empatia verso i nostri simili, cogliere le opportunità che una società multietnica può offrirci. Ma anche imparare a leggere il passato per interpretare il presente e comprendere che il futuro ha radici nella conoscenza del passato, rafforzare le capacità di interazione, a riconoscere le motivazioni personali che spingono all’azione discriminatoria e a riconoscere l’importanza della responsabilità personale per il gruppo e la comunità.

Amnesty International Italia e Treno della Memoria presentano il

MANIFESTO CONTRO LA DISCRIMINAZIONE

Tutta la comunità scolastica si impegna a:

  • riconoscere il diritto a un’educazione libera da forme di discriminazione e violenza come diritto inalienabile dell’infanzia e dell’adolescenza, secondo quanto stabilito dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza;

  • riconoscere il proprio ruolo nel processo di crescita educativa degli studenti/esse e a tale scopo porsi l’obiettivo di favorirne lo sviluppo della personalità, delle facoltà e delle attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità;

  • favorire la creazione di un ambiente scolastico privo di qualsiasi forma di discriminazione o violenza;

A tale fine ciascuna componente si impegna a conseguire gli obiettivi di seguito riportati:

IL PERSONALE DOCENTE DI IMPEGNA A:

  • creare un ambiente scolastico inclusivo caratterizzato da comportamenti di rispetto reciproco e tolleranza, nel quale nessuno si senta discriminato e in cui tutti si sentano accolti;

  • incentivare il dialogo con le famiglie come canale di comunicazione privilegiato per contrastare possibili situazioni di discriminazione che avvengono all’interno della comunità scolastica;

  • promuovere il rispetto dei ruoli e le singole competenze delle diverse componenti scolastiche attraverso l’interazione e il dialogo, al fine di perseguire i comuni obiettivi dell’azione educativa;

  • incentivare comportamenti corretti all’interno della comunità scolastica e l’uso di un linguaggio adeguato;

  • porre al centro dell’azione educativa l’alunno;

  • introdurre all’interno dell’offerta formativa insegnamenti che favoriscano lo sviluppo di una coscienza civica e di un ambiente privo da forme di discriminazione;

  • favorire comportamenti di accettazione reciproca e di collaborazione che aiutino la creazione di un clima favorevole per l’apprendimento;

  • implementare la propria formazione professionale sul tema della discriminazione con corsi d’aggiornamento specifici, in modo da fornire continuamente agli alunni un bagaglio di conoscenze ed esperienze sempre maggiore;

  • considerare l’importanza del ruolo di riferimento svolto all’interno della comunità scolastica;

  • coinvolgere gli studenti nel processo educativo, attraverso attività inclusive in cui vengano incentivati il dialogo e la partecipazione di tutti/e;

  • attivare un continuo processo di sensibilizzazione che aiuti la responsabilizzazione degli studenti e aumenti la consapevolezza dei propri diritti e doveri all’interno della società civile;

  • osservare un linguaggio e un comportamento corretti, tenendo in considerazione il proprio ruolo di riferimento all’interno della comunità scolastica;

  • promuovere modelli di comportamento ispirati al rispetto reciproco;

  • attuare le normative vigenti in materia di discriminazione, non limitandosi tuttavia a una mera applicazione delle prescrizioni, tenendo conto delle singolarità di ogni episodio discriminatorio, al fine di generare un cambiamento nell’ambiente scolastico, che implichi una ricaduta profonda.

  • porre attenzione ai problemi di carattere personale e psicologico degli studenti mediante l’ascolto attivo in momenti informali (intervallo, entrata e uscita) e formali;

  • collaborare con le altre componenti scolastiche al fine di contrastare e prevenire possibili situazioni di discriminazione che possano verificarsi all’interno dell’ambiente scolastico.

GLI STUDENTI E LE STUDENTESSE SI IMPEGNANO A:

  • valorizzare le diversità altrui attraverso comportamenti inclusivi, il rispetto reciproco e il dialogo tra i singoli attori della comunità scolastica;
  • sviluppare maggiori capacità d’ascolto e di percezione delle diversità così da favorire la conoscenza dell’altro da sé, principio fondamentale per la vita comunitaria, e l’arricchimento del patrimonio comunitario scolastico;

  • incentivare il rispetto dei ruoli e le singole competenze delle diverse componenti scolastiche attraverso l’interazione e il dialogo, al fine di perseguire i comuni obiettivi dell’azione educativa;

  • partecipare a tutte le attività e iniziative che facilitino l’inclusione all’interno della comunità scolastica;

  • promuovere il rispetto degli spazi d’uso comune all’interno della scuola, favorendo la loro fruizione da parte di tutta la comunità scolastica;

  • favorire la collaborazione tra tutte le componenti scolastiche, al fine di contrastare e prevenire possibili situazioni di discriminazione;

  • esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione (pensiero, parola, orientamento sessuale, religione) entro i limiti oltre ai quali tale diritto può danneggiare le altre persone;

  • astenersi dal prendere parte, attivamente o come spettatori, a comportamenti violenti dal punto di vista fisico o psicologico, all’interno dei locali scolastici, sul web e all’esterno della scuola;

  • comunicare al personale scolastico, docente e non docente, possibili situazioni di discriminazione che si verifichino all’interno della scuola;

Legge 20 luglio 2000, n. 211, Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 177 del 31 luglio 2000.

Joseph Goebbels citato in G.L. Mosse, Il razzismo in Europa, Laterza, Roma–Bari 2009, pag. 217.

3 G.L. Mosse, op.cit. pag. 251.